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Boardcast #29 – Tre novità per esperti

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Boardcast è la nostra rubrica dedicata al mondo dei boardgame. Ogni settimana vi raccontiamo un gioco diverso, parlando anche di eventuali versioni digitali e condendo il tutto con approfondimenti e notizie per curiosi e appassionati.

I giochi da tavolo per famiglie e i party game sono tanto carini e ultimamente ne abbiamo trattati parecchi qui su Boardcast, tra Fantascatti, Duplik e Dobble. Adesso, è il momento di dedicarsi un attimo all’altra fetta di giocatori “da tavolo”, quelli che non si spaventano a trascorrere due, tre ore o anche più di fronte ad un tabellone e che ingoiano un manuale di venti pagine come se niente fosse. Le recenti fiere hanno fatto emergere alcuni giochi dedicati in modo particolare ai giocatori più esperti. Ve ne segnalo tre già facilmente reperibili in Italia: hai visto mai vi andasse di organizzare qualche sessione di gioco impegnativa nelle prossime vacanze natalizie?

Exodus: Proxima Centauri

Exodus: Proxima Centauri

Exodus: Proxima Centauri è l'ennesimo gioco di conquista spaziale. Ora resta da capire se comprare questo o il precedente Eclipse...

Di tanto in tanto arriva un nuovo gioco di conquista spaziale che si promette di occupare a lungo i tavoli dei giocatori appassionati di astronavi e ricerche tecnologiche. Prima c’era il massiccio Twilight Imperium III, poi l’ottimo Eclipse e ora sbuca dall’Europa un nuovo pretendente al trono di “re dell’universo”. Si tratta di Exodus: Proxima Centauri, pubblicato dalla rumena NSKN Legendary Games e disponibile per ora soltanto in lingua inglese. Siamo di fronte ad un gioco abbastanza massiccio, che presenta una classica plancia componibile ad esagoni – che ovviamente rappresenta il sistema stellare in cui i giocatori si daranno battaglia – assieme a numerose astronavi in plastica e una quantità abnorme di carte e segnalini. Il tipico gioco che richiede una o due partite anche solo per comprendere bene i meccanismi e che teoricamente dovrebbe ripagare i giocatori con intense sessioni di circa tre ore ciascuna. Oltre a gestire la nostra flotta di navi spaziali – liberamente configurabile grazie ad un sistema abbastanza versatile, che consente anche di personalizzare i singoli modelli di astronave – nel gioco saremo impegnati a gestire commercio, relazioni politiche e risorse per creare un impero stellare bilanciato. Exodus: Proxima Centauri supporta fino a sei giocatori e si è presentato come un agguerrito pretendente al trono di “miglior gioco di conquista spaziale”, sebbene il confronto diretto con Eclipse (pubblicato in Italia da Asterion Press) sia tuttora molto agguerrito. Solitamente, per giochi di questa complessità, ci vorrà almeno qualche mesetto di partite, per capire la reale profondità e sopratutto il livello di bilanciamento raggiunto dagli autori. Beh, io nel frattempo ve l’ho segnalato.

Vanuatu

Vanuatu

Un tema molto particolare e un set di regole davvero molto valido per il colorato Vanuatu.

A dire il vero, Vanuatu non è propriamente una novità dell’ultim’ora, considerando che il gioco è in giro già da qualche mese. Recentemente lo abbiamo però finalmente visto debuttare in edizione italiana, per cui eccolo qui. Anche perché siamo di fronte ad un gioco abbastanza complesso, che ha dimostrato un’elevata qualità. In Vanuatu, i giocatori – da tre a cinque – impersonano abitanti delle omonime isole in cerca di modi per arricchirsi. Per farlo, potremo dedicarci a differenti compiti come ricerca di tesori sommersi, pesca e attività artistiche relative ai disegni sulla sabbia – una forma di espressione davvero legata a quella zona geografica e considerata “Masterpieces of the Oral and Intangible Heritage of Humanity” dall’UNESCO. Vanuatu riesce a sfruttare la sua singolare ambientazione per re-implementare meccaniche classiche dei giochi da tavolo di scuola tedesca, come ad esempio le aste, integrandole bene con un minimo concetto di esplorazione fornito dalla plancia componibile, che durante la partita “disegna” l’arcipelago in cui si gioca. Le regole non sono particolarmente complesse (e la traduzione in italiano ad opera di Asterion è molto valida), tuttavia i giocatori sono continuamente sottoposti a scelte  importanti, che hanno conseguenze dirette sulla propria strategia di gioco. Vanuatu non riesce a proporre chissà quale innovazione per un boardgame di questo genere, bensì si “limita” a riproporre un elegante set di meccaniche già note e a garantire un elevato livello di interazione tra i giocatori, risultando un’ottima aggiunta alla ludoteca di chi cerca un boardgame impegnativo, ma che si giochi tranquillamente in novanta minuti.

Tzolk’in: The Mayan Calendar

Tzolk'In

Maya, ingranaggi e piazzamento di lavoratori per un boardgame che ve le farà girare. Le rotelle, intendo.

Restando nella stessa fascia di durata e pressapoco sullo stesso livello di complessità, chiudo il tris di consigli con un boardgame tutto italiano edito da Cranio Creations. Dalle isole di Vanuatu ci si sposta nell’impero dei Maya, in questo boardgame che cerca di reinterpretare la tipica meccanica del piazzamento di lavoratori. Riuscendoci in modo abbastanza ingegnoso. In Tzolk’in: The Mayan Calendar, i giocatori gestiscono ciascuno una propria tribù, impegnata a prosperare e a cercare di attrarre il favore degli Dei – possibilmente a scapito delle tribù degli altri partecipanti. Turno dopo turno, i giocatori posizioneranno i propri lavoratori sulle varie aree del tabellone, per ottenere risorse e attivare abilità speciali utili per ottenere gli ambiti punti-vittoria. La particolarità del gioco è data però proprio dalla plancia, munita di grossi ingranaggi rotanti su cui vengono piazzati i lavoratori stessi. Ruotando gli ingranaggi, si modifica anche la posizione dei lavoratori e variano dunque le relative azioni. A differenza di giochi simili, i lavoratori che abbiamo inviato sulla plancia svolgeranno le proprie azioni nel momento in cui verranno rimossi: pianificare, dunque, dove finirà un lavoratore tramite gli spostamenti degli ingranaggi è importante per trarre il massimo dalle proprie azioni (sempre risicate per via della quantità limitata di lavoratori a nostra disposizione). Tolta la meccanica delle rotelle, il gioco è tutto sommato un boardgame di piazzamento abbastanza classico, dotato di una grafica eccellente. In ogni caso, basta una novità simile per dare una buona rinfrescata ad un genere abbastanza abusato e il risultato, con Tzolk’in, è un gioco che richiede di pianificare bene le proprie mosse e soprattutto prevedere con efficienza cosa faranno gli altri.


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